Iniziamo…

Se mi si chiedesse da dove nasce l’idea di questo sito, risponderei senza dubbio: “Dalla passione per l’arte del governo locale“.

Potrebbe suonare piuttosto strano. Non è che il governo locale, oggigiorno, goda di una stima tale da suscitare, da sola, la passione.

Nell’eterno confronto tra “pubblico” e “privato”, secondo la cultura dominante, non è certo il primo a prevalere, anche se in tempi di crisi economica le distanze si sono accorciate. In più, se restringiamo la contesa all’interno del pubblico, non è certo il livello locale a godere del maggiore riconoscimento sociale (vogliamo mettere a confronto la percezione comune di un segretario comunale rispetto a quella di un ambasciatore?).

Eppure è proprio a livello locale che nasce l’arte del governo.

La vita associata dell’essere umano nasce con i primi villaggi preistorici. E’ in questi antenati dei comuni che l’uomo scopre le “opportunità” offerte dall’affrontare una natura selvaggia insieme agli altri. E’ qui che nascono i rudimenti dell’organizzazione sociale.

Qualche secolo dopo, la “polis” greca sperimenterà una forma piuttosto strana, poco “efficiente” ma altamente intrigante di organizzazione sociale: quella della “democrazia“. E proprio al governo del popolo è stato spesso associato, nella storia, il governo locale.

Questo primato del governo locale nel campo della democrazia affonda le sue radici in un dato di fatto incontrovertibile, ben espresso da Gian Domenico Romagnosi (“Dell’indole e dei fattori dell’incivilimento“, 1832), il quale riteneva che è proprio nel contesto locale che viene sanata la frattura fra uomo e cittadino, tra sfera privata e sfera pubblica, in cui un beneficio individuale immediato può essere più agevolmente sacrificato a vantaggio della realizzazione di un interesse condiviso.

E il governo locale è sempre stato una fucina di innovazione. Dai villaggi su palafitte agli scudi missilistici moderni; dai sistemi di approvvigionamento idrico di epoca romana, alle forme moderne di teleriscaldamento, di connessione digitale (wi-fi), ai sistemi di trasporto a levitazione.

L’innovazione ha riguardato anche i fondamentali stessi dell’arte di governo. Non è un caso che uno dei più famosi trattati di politica, Il Principe, sia stato scritto da un “segretario comunale” quale era Niccolò Macchiavelli.

Proprio sulla scia degli intriganti stimoli che provengono da una prospettiva storica è venuta l’idea di intitolare questo portale alla civitas. Nella sua storia millenaria, questo termine ha acquisito molti significati: certamente quello di città, ma soprattutto nell’accezione  di comunità organizzata di cittadini. La civitas romana richiama il concetto di cittadinanza, ma anche lo status onorifico ad essa associato.

Con la declinazione in De Civitate, vogliamo proprio avviare un “discorso intorno alla comunità organizzata di cittadini“. Un discorso che contribuisca a rimettere in evidenza la ricchezza, la complessità, la modernità e, in ultima analisi, il fascino dell’arte del governo locale.

De Civitate diventa, dunque, un foro virtuale in cui informazioni, opinioni, proposte, esperienze vengono scambiate con il fine ultimo di sviluppare un’arte ieri, oggi e domani davvero appassionante.

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